ORIGINE DESCRIZIONE E DIFFUSIONE

Il nome Mentha, secondo la mitologia greca, deriva da quello di una ninfa, amata da Ade, che Proserpina, per gelosia, tramutò in pianta. La menta era conosciuta in tempi remoti per le sue qualità medicinali : già l'antica medicina cinese, come quella indiana e tibetana, ne vantavano le proprietà calmanti e le sue virtù antispasmodiche. Anche le civiltà mediterranee, egizie, greche e romane la usavano come erba disinfettante: Ippocrate considerava la menta un afrodisiaco, mentre Plinio ne sottolieava l'azione analgesica. La menta rivestiva un ruolo importantissimo anche nel periodo medievale: Carlo Magno, infatti, nelle celebri "Lleggi Capitolari", ne rendeva obbligatoria la coltivazione a scopo farmaceutico. Il genere Mentha, appartenente alla famiglia Labiatae, è un genere polimorfo, costituito da molte specie e varietà di piante erbacee perenni, largamente diffuse nelle regioni temperate dei due emisferi. raramete in quelle tropicali. Questo genere si caratterizza per la produzione di olii essenzali elaborati da ghiandole secretrici poste sotto l'epidermide. Ciascuna specie sintetizza un'essenza caratteristica ed alcune specie sono maggormente apprezzate dal punto di vista qualitativo. Tra queste la più conosciuta è la Mentha Piperita: di origine incerta, probabilmente non spontanea. Alcuni autori ritengono che tale specie sia, in realtà, il risultato di un incrocio naturale tra la Mentha Acquatica L. e la Mentha VIrdis L.

Essa rientra, quindi tra le assai numerose forme ibride che costituiscono il genere insieme alle forme fondamental (da 15 a 30 secondo gli studiosi), alcune delle quali coltivate. Scoperta in vicinanza delle coltivazioni della menta verde, in Inghilterra, alla fine del XVII secolo, le fu dato il nome di peppermint o menta peperina a causa dell'odore e sapore pungenti che ricordano il pepe. E' pianta perenne, alta0,'6 - 0,8 m, con rizoma ramificato dal quale si dipartono numerosi stoloni Lo stelo eretto, quadrangolare, rossiccio,è fornito di foglie opposte, prevemente picciolate, ovato, - oblunghe, acute, seghettate, pubescenti e glandulose inferiormente. I fiori sono piccoli,dotati di calice porporescente e corolla violetta o biancastra; sono disposti in infiorescenze terminali a spicastro cilindrico o a capolino di forma intermedia. E' considerata specie pressochè sterile poichè la produzione di frutti (acheni) è scarsa come pure la germinabilità dei semi. L'olio essenziale che se ne ricava è costituito principalmente da un alcole, il mentolo (50 - 60 %) e da un chetone, il mentone (9 - 12 %), ai quali si aggiungono mentolo esterificato, pulegone, e molti altri componenti tra i quali i derivati terpenici, le sostanze amare , le resinise, etc. Quest'olio ha proprietà aromatiche, antispasmodiche, dissetanti, digestive, toniche e sedative; i suoi principi, inoltre, calmano la tosse e fluidificano il catarro bronchiale, esercitando una benefica azione antinfiammtoria. La coltivazione della Mentha piperita ebbe inizio, intorno al 1750, nella stessa Inghilterra, nel contado di Mitcham (Surrey); nel 1805, in questa stessa località si inziò la distillazione, mentre in Giappone la si praticava già da tempi remoti utilizzando piante spontanee. Dall'Inghilterra la coltura si diffuse poi in altri Paesi europei, in Nord America, in Asia e in Australia. Nel nostro paese fu introdotta come coltivazione da orto e come tale rimase fino a circa metà del secolo scorso. In merito, nella "Istoria delle piante medicinali" del Sangiorgio, pubblicata a Milano nel 1810, si riporta: "Non è ancora mezzo secolo che questa pianta è stata introdotta nella ex Lombardia. Il primo ceppo che ci venne fu regalato a Torino dall'ambasciatore inglese al celebre pittore Bernardino Galliari che lo manò al suo giardino di Treviglio, da dove poi si sparse in tutta l'Insubria". Ricerche del prof. Guido Rovesti permisero di stabilire che la coltivazione della menta piperita fu iniziata in Piemonte nel 1862 da un certo Pietro Primo che nel 1865 possedeva già tre alambicchi, impiantati però uno per anno. L'autore ipitizza, inoltrre, che questo primo accertato coltivatore abbia potuto disporre di rizomi della varietà di menta inglese regalata al Galliari, presa in qualche piccola coltivazione ortiva o nel parco del Castello Reale di Racconigi, dove la pianta esisteva. La coltivazione della menta in Italia cominciò ad acquistare importanza come fonte di reddito all'inizio del secolo: in Piemonte, nelle province di Torino e Cuneo, nei primi anni del 1900 erano segnalate coltivazioni di pieno campo per 120 ettari.



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